La comunità internazionale considera le 72 ore post-catastrofe come quelle necessarie a mobilitare le forze di soccorso, inviarle sui luoghi colpiti e renderle operative sul teatro.
Ha senso quindi predisporre kit alimentari superiori alle 72 ore?
Teoricamente no, e ciò per due buoni motivi:
- inizierebbero a diventare problematici lo stoccaggio degli alimenti, la conservazione e la gestione dell'inventario;
- per non perdere tutto nel caso ci sia bisogno di abbandonare celermente l'abitazione in seguito ad un evento estremamente catastrofico come un attacco o un attentato NBC.
Da un punto di vista pratico però un ottimo compromesso è quello di predisporre un kit base da 72 ore ed, eventualmente, espanderlo fino a raggiungere un'autonomia massima di una decina di giornate.
Oltre tale limite inizierebbero a presentarsi molti problemi, non solo relativi allo stoccaggio, alla conservazione e alla gestione delle derrate (come già accennato), ma anche al rifornimento di quelle materie prime necessarie alla preparazione dei pasti come acqua, gas e legna da ardere.
Quindi, ricapitolando:
- prepariamo un kit da 72 ore;
- se abbiamo spazio implementiamolo fino ad avere una dispensa sufficiente a garantire acqua (2 litri) e cibo (2500 Kcal) pro-capite per una decina di giornate;
- completiamo il kit con l'acquisto di integratori vitaminici e di fibre;
- organizziamo al meglio la nostra dispensa e cerchiamo di renderla facilmente trasportabile con l'automezzo di famiglia;
- alleghiamo la tabella che troviamo a questo link - in caso di necessità sfrutteremo a pieno i viveri nelle prime 72 ore e, dal quarto giorno, provvederemo a razionare le scorte rimanenti sulla base dello schema proposto.
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